L’Autore – Sopravvivenza Psicologica

La Mia Storia, Il Mio Sguardo

Non sono un terapeuta, né un guru. Sono Sergio Benanti, e questa è la traccia di come una crepa personale è diventata la lente attraverso cui osservo il mondo della “salute mentale” e la ragione dietro “Sopravvivenza Psicologica”.

Foto di Sergio Benanti

[Una breve didascalia se vuoi, es: “Sempre in cerca di prospettive.”]

Chi Sono (Davvero)

Qui dovresti scrivere chi sei, al di là dei titoli o delle etichette che la società o tu stesso/a potresti darti. Cosa ti definisce come persona nella tua essenza? Quali sono i tuoi valori fondamentali che guidano le tue azioni, anche al di fuori di questo progetto? Sii breve, onesto e diretto. L’obiettivo non è un CV, ma un’istantanea autentica. Ad esempio: “Sono un osservatore instancabile della natura umana, un lettore compulsivo, una persona che ha sempre trovato più conforto nelle domande scomode che nelle risposte facili…” O magari: “La mia vita è stata un percorso accidentato tra [breve accenno a esperienze] che mi ha insegnato il valore della tenacia e della vulnerabilità.”

La Ferita Originaria, L’Occhio Critico

Questo è il cuore della tua storia per questo sito. Non devi necessariamente esporre traumi profondi se non te la senti, ma è importante condividere l’esperienza, il momento di crisi, la “ferita” o il periodo di difficoltà che ha profondamente segnato la tua percezione della psicologia convenzionale, della sofferenza umana e del concetto di “guarigione”. Potrebbe essere una delusione terapeutica, un’esperienza personale di disagio non compreso, l’osservazione delle difficoltà altrui, o una profonda riflessione esistenziale.

Spiega come questa esperienza specifica ha forgiato il tuo “occhio critico”. Ti ha reso scettico/a verso certe narrazioni mainstream sulla felicità o sul successo? Ti ha fatto vedere le falle nel sistema di “cura” tradizionale? Ti ha spinto a cercare alternative, a riconsiderare cosa significhi veramente “stare bene”? Ad esempio: “Dopo anni trascorsi a [descrivi brevemente l’esperienza, es: ‘cercare risposte in percorsi psicoterapeutici standardizzati’ o ‘lottare con un senso di inadeguatezza che nessuna tecnica sembrava scalfire’], ho iniziato a mettere in discussione l’idea che esista una soluzione unica per tutti e che il dolore sia sempre qualcosa da eliminare…”

Perché “Sopravvivenza Psicologica”?

Collega la tua storia personale alla nascita di questo specifico progetto. Cosa ti ha spinto concretamente a creare questo spazio online? Non solo le riflessioni generali, ma il “trigger” o la visione che ti ha fatto dire: “Ok, lo faccio”. Cosa speri di offrire alla tua community che forse non hai trovato altrove? Qual è la tua visione unica per questo sito?

Ad esempio: “Sopravvivenza Psicologica nasce dal desiderio di creare un avamposto per chi si sente ‘fuori posto’ nelle narrazioni dominanti del benessere. Un luogo dove la critica costruttiva possa trovare spazio, dove il dolore non sia medicalizzato a tutti i costi, e dove si possano condividere strategie concrete per resistere e navigare la complessità, non per conformarsi a un ideale irraggiungibile.”

“Non ho formule magiche né la pretesa di risolvere i problemi di nessuno. Questo sito è il mio tentativo di mettere a disposizione le mie riflessioni, gli strumenti che ho trovato utili nel mio percorso, e di creare uno spazio di dialogo per chi cerca un approccio più realistico e meno edulcorato alla sfida del vivere.”