… Questione di un certo Livello!
Cominciamo con una domanda: quale è il contrario di “comunicare”?
Provate a pensarci… ancora qualche secondo…
Infatti… non esiste! Se pensiamo, per un attimo, che la comunicazione comprende e si nutre di qualsiasi interazione umana, restiamo, appunto, senza parole! …si! E’ una comunicazione anche questa!
Per “interazione umana” si intende il comportamento. Qualsiasi comportamento è un messaggio in grado di trasferire informazioni (ed emozioni) anche quando si sceglie di non comunicare (opzione di fatto impossibile).
E’ capitato a tutti, ci illudiamo di essere imperscrutabili, ma in realtà non facciamo altro che comunicare.
L’attività, le parole, o il silenzio, hanno tutti il valore di informazione, di messaggio, di comunicazione: influenzano gli altri e gli altri, a loro volta comunicano, ossia mettono in atto un comportamento, anche stando zitti…
Un altro aspetto fondamentale di qualunque comunicazione è che esiste un rapporto tra il contenuto di qualsiasi messaggio e la relazione che c’è tra i comunicanti. FARE ESEMPIO SULLA RELAZIONE
Secondo voi le caratteristiche e la natura dell’aspetto di relazione in una comunicazione sono sempre chiare e definite?
Infatti, in una comunicazione, ciascuno degli attori, ossia delle persone implicate, interpreta a proprio modo l’aspetto di relazione in modo tale da vedere il proprio comportamento/comunicazione come causato dal comportamento dell’altro. Ed è qui, proprio qui, che a volte possono sorgere dei problemi, quando l’aspetto della relazione prevale nettamente su quello del contenuto.
Sapete cosa pensa di me il mio cane? Pensa di avermi addestrato bene, dato che ogni volta che si siede, io sono subito pronto a dargli un biscotto.
Quante volte abbiamo avuto l’impressione, parlando con una persona qualunque, che i suoi gesti, (ad esempio guardare continuamente l’orologio mentre sta parlando con voi) le sue espressioni, o il suo tono di voce comunicassero qualcosa di diverso rispetto a quello che diceva a parole?
Tutti gli scambi comunicativi, si basano sull’uguaglianza o sulla differenza, a seconda che siano ad un livello di relazione simmetrico o complementare. Il primo la relazione simmetrica, è è rappresentato da un piano di partenza paritario, in cui le persone che vi prendono parte sanno di essere “uguali”, ossia sullo stesso piano, o almeno, così dovrebbe essere (ad esempio gli scambi comunicativi tra marito e moglie). In effetti, la simmetria può degenerare in una dinamica di competizione, in una vera e proprio lotta, per dimostra la superiorità di un individuo sull’altro.
Il secondo, la relazione complementare, è segnato dal completamento: chi partecipa alla relazione si comporta in modo tale da situarsi in una posizione di superiorità (One-Up) oppure di inferiorità (One -Down) nei confronti dell’altro.
Prova